Dapagliflozin ha un effetto ipoglicemizzante. Inibisce il cotrasportatore 2 sodio-glucosio in modo competitivo, reversibile e selettivo. Competitivo significa che la concentrazione di dapagliflozin deve essere superiore a quella del glucosio per occupare il recettore. Il glucosio e dapagliflozin sono quindi in competizione per il recettore (competitivo). Reversibile significa che l'effetto può essere invertito e selettivo significa che dapagliflozin può occupare solo questo recettore.
Il SGLT2 è localizzato nel nefrone, la più piccola unità funzionale del rene, dove assicura il riassorbimento degli ioni sodio e del glucosio nel sangue. Inibendolo, gli ioni sodio e il glucosio vengono sempre più escreti nelle urine, con conseguente riduzione del livello di glucosio nel sangue. Il 90% del riassorbimento del glucosio nei reni avviene tramite SGLT2. È importante notare che, a differenza di altri farmaci antidiabetici, dapagliflozin è insulino-indipendente, il che significa che non è necessaria l'insulina per abbassare i livelli di glucosio nel sangue. Con dapagliflozin si perde anche peso involontariamente.
L'escrezione di sodio attraverso le urine porta anche a una maggiore quantità di liquidi (acqua) espulsi dall'organismo. Questo comporta a sua volta una riduzione della pressione sanguigna.
Il grande vantaggio di dapagliflozin è che è molto difficile che le persone con diabete di tipo 2 soffrano di ipoglicemia quando lo assumono, poiché il livello di zucchero nel sangue non viene abbassato attivamente dall'insulina, ma viene solo impedito l'assorbimento dello zucchero nel sangue. Ciò significa che l'ipoglicemia pericolosa per la vita (coma dovuto a ipoglicemia) può verificarsi solo molto raramente.
La biodisponibilità di dapagliflozin - cioè la percentuale di principio attivo disponibile nel sangue - è del 78%. L'emivita, cioè il tempo necessario all'organismo per espellere metà del principio attivo, è di circa 13 ore. La concentrazione plasmatica massima (Cmax), cioè la concentrazione massima del principio attivo nel plasma sanguigno (parte liquida del sangue priva di cellule), si verifica dopo 1 ora di digiuno. Se si è mangiato prima, la concentrazione plasmatica massima si raggiunge solo dopo 2 ore.